Sacerdote
Chi offrirà al Padre, attualizzando e prolungando nell’oggi l’offerta di Cristo, le bassezze e le lacrime di oggi, i peccati e gli sbandamenti di chi prova nella carne e nel sangue i frutti del peccato, l’orfanezza e il terrore, l’isolamento e l’emarginazione, gli abbrutimenti e le corruzioni di tanti? Chi raccoglierà tutto ciò, chi si calerà in tutto ciò, chi sperimenterà tutto ciò, avallandone l’amaro, subendone il dolore, provandone dal di dentro lo squallore, la sofferenza, la disperazione, il grido blasfemo o il pianto solitario o rassegnato, la vergogna interiore, lo sfacelo e la consumazione fisica e spirituale, il desiderio nascosto, la voglia di luce? Chi farà di tutto ciò, dentro a tutto ciò, in Eucarestia, liturgia delle Ore, una supplica al Padre? Chi assumerà tutto ciò come offerta sacrificale? Chi raccoglierà i doni puri, il pane e il vino che sono nelle mani, nel cuore, nel mondo degli ultimi moralmente e spiritualmente? Chi farà una lode a Dio, una corona preziosa delle gemme nascoste nello squallore? Chi vedrà la lucentezza in fondo al buio fitto per gioirne e magnificarne a nome di tutti, a nome di Dio? Chi dirà “figlio” a chi ignora il Padre, a chi lo rifiuta, a chi non sa cosa sia, a chi gli è stato strappato? Chi presenterà al Padre come figli quelli che sono fuori della casa, quelli che mangiano ghiande e si sollazzano o semplicemente cercano di non affogare tra vino e prostitute? Chi farà giungere i desideri del cuore del corpo e dello spirito di tanti al volto di Dio? Chi presenterà il loro grido perché richiedano giustizia?
(don Andrea, Diario di Terra Santa, 18/10/80)