ESSERE UNA STRADA

«Signore, tu lo sai: 

quando a 14 anni mi hai chiamato a diventare sacerdote, 

io volevo essere una strada trafficata di città. 

Volevo andare incontro a tanti, 

come gli apostoli, 

per portare la tua parola, 

per far sapere a tutti 

quanto fosse bello stare con te. 

Volevo essere una strada 

che attraversasse quartieri e palazzi, 

giovani e bambini, 

per farti rivivere in mezzo a tutti. 

Volevo aprirmi a tutti 

come una strada si apre a chi la percorre. 

E per tanti anni ho fatto così: 

sono stato attraversato da tante persone, 

ho sentito i passi dei bambini e dei vecchi, 

dei santi e dei peccatori, 

dei delusi e degli stanchi, 

degli entusiasti e dei pigri. 

A volte ho sentito il peso 

di quanti mi usavano per camminare un po’ 

e poi mi abbandonavano.

Ora dopo tanti anni 

mi piacerebbe esser una stradina di montagna 

per attirare in alto 

quanti sono stanchi di camminare in basso.

Vorrei dare riposo e pace 

a coloro che cercano il tuo riposo e la tua pace.

Vorrei offrire silenzio e preghiera, 

riflessione e gioia interiore.

Vorrei essere un sentiero umile e nascosto 

che sale fino alla cima del monte 

che sei tu e aiutare altri a salirvi.

Cosa debbo fare, Signore? 

essere ancora una strada di città 

o diventare una stradina di montagna? 

Fammelo capire, perché io non mi sbagli, 

ma faccia tutto secondo la tua volontà 

e per amore dei miei fratelli».

Cansiglio, luglio 1986

Da “Un fiore dal deserto” – APPENDICE 8